
Il libro di Antonio Socci
E’ un libro interessante che si discosta molto da quello che leggo di solito. Lo avevo preso perché stavo facendo delle ricerche sulle apparizioni della Madonna di Fatima e necessitavo di altre informazioni. Io da cattolico poco professante non ero a conoscenza di quante apparizioni e profezie ci fossero per questo XX secolo. Leggendo il libro mi rendo conto che oltre Lourdes e Medugorje ci sono altri personaggi storici che si riferiscono che il nostro tempo. Sembra che il nostro tempo sia davvero decisivo. In qualche modo sembra finire una era e iniziare qualcosa di nuovo e diverso. Questo concetto viene espresso anche da culture come i Maya. Questa presa di coscienza mi ha preso alla sprovvista e ho iniziato a farmi delle domande ed a fare dei ragionamenti. Tutto questo avviene in un periodo della mia vita davvero particolare, dove, le difficoltà sono davvero molte e le prove da affrontare sono molto dure. Probabilmente non è un caso che proprio ora mi ritrovo a fare dei ragionamenti sulla fede e Dio.
Il raffronto che ho con uno scrittore come Antonio Socci è da parte mia interessante. Io e Socci siamo due mondi diversi lui un credente convinto ed io un credente pigro e stanco della chiesa pensata è voluta come una istituzione. La vita mi ha portato ad avere rispetto per i santi e per le persone pie e per la Sacra Famiglia, ma per il resto ho visto la chiesa come una organizzazione la quale non deve avere concorrenti e per sopravvivere abbia eliminato la concorrenza (vedi i Catari). Giusto ho sbagliato che sia i clericali hanno portato questa battaglia forse con le “armi” sbagliate e poi successivamente abbiano poi usato il loro potere ancor più in un modo sbagliato. Ma posso dire, una mia personalissima upinione: se non ci fosse stata la chiesa come oggi si presenta probabilmente lo scenario sarebbe ancora più catastrofico; una prolificazione di fedi e rituali con molta probabilità anche contrastanti tra di loro. Io credo che la chiesa abbia fatto il suo tempo, oggi vedo la chiesa come una Fenice, che esaurito il suo tempo, debba necessariamente bruciare per poi poter risorgere dalle sue ceneri.